[8] Ti porterò

Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza.



[7] Vagavo per i campi del Tennessee (come vi ero arrivato, chissà). Non hai fiori bianchi per me? Più veloci di aquile i miei sogni attraversano il mare[9] Percorreremo assieme le vie che portano all'essenza.
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Il silenzio e la pazienza sono due indubbie virtù che vengono spontaneamente nella vita spirituale.

La parola di Dio si può ascoltare solo nel silenzio del nostro cuore. Silenzio vuol dire soprattutto assenza di disturbi ("rumori") esterni, in modo da poter orientare completamente la nostra mente verso l' Assoluto.
«Ogni creatura faccia silenzio in presenza del Signore, perché egli si è destato dalla sua santa dimora» [Zc 2,13]
Silenzio vuol dire anche distacco dalle cose materiali, che sono il "rumore" nel quale siamo immersi. Anche questo fa parte della libertà (indipendenza da) fattori esterni. Questo distacco non significa apatia o indifferenza: tutt'altro. L'uomo spirituale continua a occuparsi di ciò che è necessario con l'energia, la forza e la determinazione; Silenzio non vuol dire non ascoltare ciò che viene dal mondo esterno, oppure esserne indifferenti o insensibili. Vuol dire che questa realtà non può prendere il sopravvento su di noi, e che siamo sempre in grando di attuare un raccoglimento spirituale per non essere travolti dalla realtà: essere invece protagonisti della nostra vita, ma non da soli: insieme a chi ci "porta" questo silenzio. Il Silenzio non è dunque solo "fisico" nel senso di assenza di suoni, ma anche e soprattutto spirituale: tutti i momenti della vita, anche nel frastuono chiassoso di una grande metropoli cittadina.

Tutto questo non avviene grazie a noi. Ogni persona senza un grazia spirituale, non riuscirebbe a contemplare il silenzio perchè lo vedrebbe vuoto e privo di contenuto: ecco perchè "ti porterò". E' un dono conseguente alla grazia stessa, quell'infusione d'amore che riceviamo con il dono della fede.

«...non solo, ma ci gloriamo anche nelle afflizioni, sapendo che l'afflizione produce pazienza, la pazienza esperienza, e l'esperienza speranza. Or la speranza non delude, perché l'amore di Dio è stato sparso nei nostri cuori mediante lo Spirito Santo che ci è stato dato» [Rm 5,3] e ancora «Rivestitevi, dunque, come eletti di Dio, santi e amati, di sentimenti di misericordia, di benevolenza, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza.» [2Col 3,12]


Avere pazienza non vuol dire una sterile sopportazione, che di per se non è virtuosa, anzi può creare stess e ansia.

La pazienza, in senso spirituale, è un andare oltre, un concetto alto e sublime che ci rende più simili a Dio. E un aprirsi sempe alla speranza, come dice San Paolo, senza comunque rinunciare al nostro agire e ai progetti di tutti i giorni, purchè siano orientati al bene e ispirati dalla preghiera e che non perdiamo la pazienza a causa di essi: ancora, questo vuol dire essere profondamente liberi (cioè non dipendenti) difronte al mondo che ci circonda. Anche in questo caso abbiamo bisogno della grazia: e infatti anche qui vale il "ti porterò", perchè è sempre Lui che ci dona queste qualità: esse non sarebbero proprie di un uomo preso da se.


«Quante volte noi desidereremmo che Dio si mostrasse più forte. Che Egli colpisse duramente, sconfiggesse il male e creasse un mondo migliore ... Noi soffriamo per la pazienza di Dio. E nondimeno abbiamo tutti bisogno della sua pazienza ... il mondo viene salvato dal Crocifisso e non dai crocifissori. Il mondo è redento dalla pazienza di Dio e distrutto dall’impazienza degli uomini. La sapienza del cuore contempla anche la pazienza. Il tempo non scorre invano» [BNXVI]
[7] Vagavo per i campi del Tennessee (come vi ero arrivato, chissà). Non hai fiori bianchi per me? Più veloci di aquile i miei sogni attraversano il mare[9] Percorreremo assieme le vie che portano all'essenza.
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