[4] Ti solleverò dai dolori...

Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d'umore,

dalle ossessioni delle tue manie.


[3] dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai.[5] Supererò le correnti gravitazionali,lo spazio e la luce per non farti invecchiare.
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Sollevare qui è sinonimo di alleviare: il dolore non si può eliminare. Perché si soffre? E' una domanda che spesso l'uomo-figlio ribelle, che non crede al Dio-padre, rifletta sul proprio dolore, ma non ne trova ragione; ecco allora che a volte si sente dire "se Dio ci ama così tanto come si dice, perché permette il dolore, la sofferenza, le guerre, la fame nel mondo etc... ?"... e si sostiene che "allora Dio non esiste". Ancora una volta egli è un Padre, non un idraulico ripara-lavandini, cioè non è risolutore dei guai che noi uomini grazie al male perpetuiamo. Egli è talmente rispettoso della nostra libertà che ci permette di fare il male, a noi e ai nostri fratelli. Ma perché deve essere così? Un mistero grande, al quale però neanche Dio stesso si è voluto sottrarre: infatti Dio-padre ha inviato suo Figlio Gesù Cristo perché soffrisse come noi e si caricasse di tutte le nostre sofferenze: ha subito l'ingiustizia, l'ingiuria, la condanna, il dolore e la morte. Come possiamo rimproverare a Dio delle nostre sofferenze se egli non se le è risparmiate neanche per se? Se c'è sofferenza in questo mondo, e se questa è il prezzo da pagare per la nostra libertà, allora un Dio che soffre insieme alla propria Creatura, è davvero un Dio d'Amore perfetto: in questo modo è salva la libertà umana e anche quella di Dio stesso che liberamente si è incarnato per andare in croce: un mistero davvero grande!
Dunque sollevare dalle sofferenze, dare un senso ad esse è ciò che veramente Dio può fare per il proprio uomo-figlio.

Gli sbalzi d'umore sono segno di un'altra debolezza umana: la mancanza di fortezza (una delle quattro virtù cardinali). Questa virtù può essere meglio espressa con le parole dei Santi, che tendenzialmente non hanno questo tipo di sbalzi di umore: un primo esempio è Elredo di Rievaulx monaco cistercense inglese del XI secolo, che commenta i versetti Mt, 11,28-30: "«Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo. Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre; poiché il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero»." e scrive: "Non vorremmo, forse, avere più nulla da desiderare? Più nulla da temere? E poi nulla da invidiare, nulla che potrebbe esserci tolto, nessun male che potrebbe esserci arrecato dagli altri ?". Un secondo e celeberrimo esempio è quello della grande mistica e Santa Teresa D'Avila, che in una famosa poesia recita: "Nada te turbe, nada te espante / Quien a' Dios tiene nada le falta / Nada te turbe, nada te espante / Solo Dios basta!" (Nulla ti turbi, nulla ti spaventi / A chi è vicino a Dio nulla gli manca / Nulla ti turbi, nulla ti spaventi / Solo Dio basta!).
[3] dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai.[5] Supererò le correnti gravitazionali,lo spazio e la luce per non farti invecchiare.
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