[1] Ti proteggerò...

Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie,

dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via.



[intro] Una preghiera al contrario[2] Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo,
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Dio vuole proteggerci dalle nostre paure. Le ipocondrie e i turbamenti qui hanno un significato ampio e non solo inteso come ipocondria classica [ipocondria]. Così come l'ipocondria è la paura di avere una malattia, l'ipocondria spirituale è la paura del male, oppure la paura di perdere quanto abbiamo di prezioso nella vita, beni materiali o affetti. E' quel senso di attaccamento alle cose. Dio protegge l'uomo da tutto questo, perché se l'uomo si affida a Lui, nessuna di queste cose può veramente ucciderlo o turbarlo, anche se dovessero accadergli: nulla è veramente prezioso nella vita che non possa essere perduto; "Perché chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi perderà la sua vita per amor mio e del vangelo, la salverà" [Mc 8,35] . Solo la fede in Lui non può essere perduta: «Perciò vi dico: non siate in ansia per la vita vostra, di quel che mangerete, né per il corpo, di che vi vestirete; poiché la vita è più del nutrimento e il corpo più del vestito» [Lc 12,22-23]. I turbamenti sono tutti quelli stati di ansia, di non tranquillità che abbiamo. Ipocondrie e turbamenti sono i segni delle paure, delle incertezze dell'uomo che, cosciente dei propri limiti non può fare a meno di questi stati. La paura è sempre segno di un amore non perfetto, di una santità mancata: «Nell'amore non c'è paura; anzi, l'amore perfetto caccia via la paura, perché chi ha paura teme un castigo. Quindi chi ha paura non è perfetto nell'amore» [Gv 4,18].

Caratteristica anche l'intenzione divina di guarire e di agire, operare, indipendentemente dal beneficiario (tutta la canzone è infatti un monologo, l'oggetto d'amore -l'uomo- non entra in dialogo). E Cristo stesso che è pro-attivo: "Gesù gli disse: «Io verrò e lo guarirò»" [Mt 8,7].

E' qui evidentissima come chi parla è in particolare la Terza Persona della Trinità: lo Spirito Santo; chiamato anche Spirito Paraclito, che vuol dire appunto "consolatore": "Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui" [Gv 14,23] . Quel "noi" è proprio lo Spirito Santo [JR1].

E' interessante l'espressione "da oggi". Questo "da oggi" è da interpretare come l'atto di nascita della creatura umana, quel momento subito dopo il nostro concepimento, in cui appunto lo Spirito Santo ci da quel "bacio" che fa la differenza fra una creatura animata qualunque e l'essere umano: "l'essere speciale" appunto; speciale proprio per la sua capacità di dialogare misticamente con Dio. Tuttavia l'essere umano è e rimane una creatura legata alla sua "carne" ossia alla sua essenza terrena e per questo non può che essere limitata, destinata appunto alla paure e ai turbamenti, pur essendo intrinsecamente protraibili verso il Creatore. Questo "bacio" gli garantisce però, per il solo fatto di essere "creatura umana", la capacità di entrare in contatto con l'assoluto: "le vie che portano all'essenza". Questo "da oggi" ci dice anche un'altra cosa interessante: il momento in cui viene pronunziata questa "preghiera al contrario" da Dio: è come se Dio dicesse questo a ognuno di noi, in un momento preciso: quello del nostro concepimento; "da oggi incontrerai tutti questi problemi, ma non temere; ci sono io vicino a te". Lo dice a tutti. Ricordandoci la nostra natura di uomini.
Ma "da oggi" può avere anche valenza relativa: "da oggi che ti sei convertito", "da oggi che mi hai riconosciuto", "da oggi che mi stai amando". "da oggi" può infine significare da questo preciso istante: ogni istante. La mistica orante è come una nuova conversione ogni giorno, ogni ora, ogni istante. "Ascoltate oggi la sua voce: «Non indurite il cuore»" [Sal 95,8]. Molto spesso l'oggi biblico è usato in senso attuativo della volontà divina, oppure come fonte di speranza: "Dacci oggi il nostro pane quotidiano" [Mt 6,11].

L'espressione "incontrerai per la tua via" da un carattere fortemente assertivo a tutto il verso, un destino che è di tutti gli uomini: Dio sa che l'uomo non può farcela da solo, quindi non dice "che forse incontrerai per la tua via" oppure "qualora li incontrassi per la tua via". Dio non è una medicina da prendere quando si ha un problema. Egli dice che "(certamente li) incontrerai per la tua via". Dio questo lo sa in quanto Creatore, e quindi ricorda al suo amato "essere speciale" che egli troverà comunque, nella sua vita, questo genere di turbamenti.

E' interessante la sottolineatura di "tua via". Ora essendo Cristo la vera via (dice infatti «Io sono la via, la verità e la vita» [Gv 14,6]), ecco dunque che quando l'uomo sceglie la propria via autonoma (che è "tua" dal punto di vista narrante di Dio nel testo poetico) incontra inevitabilmente i turbamenti, dovuti al proprio smarrimento. Ma Dio è tenero e misericordioso: per tutelare e rispettare la libertà dell'uomo, anche se abbiamo scelto la "nostra" via, che cioè è diversa dalla sua, egli ci ricorda che ci è sempre vicino e possiamo sempre riprenderci.

[intro] Una preghiera al contrario[2] Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo,
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